Essere genitori non è facile, non lo è stato in passato e, di certo, non lo sarà in futuro.
Contesti e scenari che cambiano portano le generazioni del domani a nascere in un mondo dove la presenza e il peso della tecnologia aumentano in maniera prorompente.
Da un lato ci sono le famiglie che, pur trovandosi in un circolo digitale, non sanno come immettere i propri figli in quest’ultimo, dall’altro ci sono loro, i bambini, sempre più affascinati e ammaliati da questo mondo che quasi li ingloba, portandoli a diventare dei provetti techno baby.
Le loro dita sembrano muoversi in modo così consapevole sugli schermi di smartphone e tablet che quasi ti chiedi:
“Ma ci sono nati dentro, sono stati creati ad hoc per questo o cosa!?”
La domanda che mi e vi pongo, dunque, è semplice:
“È davvero così o siamo noi a stupirci perché non abbiamo idea di come gestire a pieno il rapporto tra i bambini e la tecnologia?”
Non ce lo aspettavamo eppure…
I primi a bacchettare la sovraesposizione prematura delle nuove generazioni alla tecnologia sono proprio loro, i pionieri della Silicon Valley, che si sono esposti per avvertire i genitori dei techno baby mettendoli in guardia e consigliando loro di non esagerare, ma fissare delle regole per far crescere in modo sano e tutelato il rapporto tra bambini e tecnologia.
Non ultimo della lista, il compianto patron di Apple Steve Jobs che dopo il lancio del primo iPad invitò esplicitamente la generazione genitoriale a limitare l’esposizione di bambini e adolescenti alla tecnologia.
Psicologia inversa o morso di coscienza? Non ci è dato saperlo, ma la verità è che l’affermazione di Jobs è quanto mai buona e giusta.
Per capirci meglio
In una società globalizzata dove la tecnologia si pone a strumento neutrale, sta a noi dare la giusta interpretazione e favorirne il giusto utilizzo.
Mi spiego meglio, usata nel modo giusto l’offerta del comparto tecnologico dell’ultimo millennio può avere un impatto positivo sulla psicologia cognitiva infantile. Il succo sta nell’essere oggettivi e capire per primi, miei cari genitori, come sfruttare al meglio le innovazioni e far sì che siano compagni fedeli del lungo cammino che attende la nostra prole.
Una buona idea e un ottimo primo passo
No, non la faccio facile, dico semplicemente che la tecnologia non è solo un passatempo, ma un magnifico strumento creativo che può implementare o distruggere le nuove generazioni. Tutto sta nel saper tutelare e coltivare il rapporto che nasce tra bambini e tecnologia fin dai primi passi.
Un’idea? Sicuramente usarla insieme. Giocare con i propri figli è la cosa più salutare che un genitore può fare per la mente e il cuore di entrambi, se poi nel gioco iniziamo ad introdurre sprazzi del mondo tech, tenendo per mano i nostri figli e mediando attivamente le loro esperienze digitali, allora siamo a cavallo perché è in quel preciso istante che imparano ad esaminarle, comprenderle e dargli un senso.