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RGB MANIA

RGB è un modello di colori di tipo additivo in cui i colori rosso, verde e blu vengono mixati in infinite soluzioni, dando luogo ad un’estetica dinamica, che potremmo definire “smontabile”, ma sempre calda.

L’acronimo RGB, infatti, sta per Red, Green, Blue, e le caratteristiche di quest’unione di colori sono state descritte per la prima volta nel 1936, dalla CIE, Commission Internationale de L’éclairage.

La capacità di generare varianti sempre nuove ha permesso al set RGB di risultare sempre attuale e di resistere a qualsiasi color trend.

Nato nell’era elettrica, rappresenta una delle soluzioni più sperimentate per l’intero ventesimo secolo e nell’attuale era digitale, stuzzicando la fantasia e l’estro di creativi di ogni settore: dal fashion all’interior design, passando per l’advertising.

Il segreto del suo successo è rappresentato proprio da questa capacità di rigenerarsi continuamente, rappresentando una metafora che va oltre il mero vezzo estetico: abbiamo tanti futuri diversi davanti a noi, ma anche dietro di noi.

L’RGB, dunque, ha il potere straordinario di legare passato e futuro, assumendo un fascino vintage, ma al tempo stesso innovativo.

Il suo mix vincente ha rivoluzionato anche il mondo dell’illuminazione: il LED RGB è un innovativo sistema a colore variabile, totalmente customizzabile e capace di produrre tutte le cromie impostate dall’utente.
Consente, inoltre, di ottenere una serie di effetti, quali, ad esempio, la dissolvenza, il lampeggiamento o l’evanescenza.

Ma perché il mix RGB è composto da tre colori?
La spiegazione risiede nella mente umana.

Per un essere umano, infatti, qualsiasi luce monocromatica nello spettro compreso fra i 380 e i 780 nm può essere riprodotta con tre fasci di lunghezza d’onda regolata, purché le rispettive
intensità siano ben fissate.

Dunque qualunque colore dello spettro può essere riprodotto unendo tre colori primari fissati con opportune intensità.

In sintesi si può sostenere che ogni colore percepibile può essere rappresentato da tre varianti che, nel caso più semplice, sono proprio le intensità dei tre colori primari.

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